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Esperienze che si ripetono: destino ineluttabile o rievocazione dei fantasmi del passato

Aldo Carotenuto, psicoanalista Jungiano, riflette sulla coazione a ripetere e rivivere i sentimenti sulla base delle esperienze passate, e la rivaluta come punto di partenza per l’evoluzione personale.

(passi tratti dal capitolo V di “Riti e miti della seduzione” A. Carotenuto, ed. Bompiani, 2010)

Ogni identificazione con oggetti interni “cattivi”, o “eccitanti”, seppure patogena costituisce comunque un modello di adattamento al mondo, un modello identificatorio: “soffro, mi affido sempre alla persona sbagliata, non riesco a innamorarmi, ho sempre lo stesso incubo…dunque sono”. La coazione a ripetere che rinchiude l’individuo nel circolo karmico degli errori, delle ricadute, del “destino negativo”, diventa alla fine un modo di asserire la propria esistenza, la propria identità. Un modo di restare fedele al proprio fantasma, ottenendone in cambio un bene vicario: l’illusione dell’amore, dell’eccitazione, della pienezza. Ed è difficile lasciar cadere le illusioni.

Anziché ricordare, il paziente rivive e ripete esperienze fondamentali per la costituzione della propria identità, e soprattutto modalità di relazione che la vita e il tempo hanno sclerotizzato, quasi che nulla di nuovo possa accadere, nuove domande per le quali cercare nuove risposte. Si rende presente il passato poiché il ricordo non è vissuto come tale, ma come la realtà attuale del desiderio.

La coazione a ripetere ha in sé una valenza positiva, perché è animata da un progetto inconscio: quello di riuscire alla fine a superare l’impasse davanti alla quale ci si è bloccati.

L’immergersi e lasciare che le emozioni si presentino inevitabili e reali è proprio l’aprirsi un varco nel passato.

Occorre comprendere che ciò con cui analista e paziente sono chiamati a confrontarsi, ognuno con l’irriducibilità della sua esperienza e con la cognizione del suo percorso esistenziale, è l’affetto e le sue leggi. Quando parliamo di affetti intendiamo circoscrivere un’area complessa della psiche, nella quale gravitano sensazioni, emozioni, intuizioni, immagini a tonalità affettiva, che si riferiscono alla propria immagine e al mondo, al proprio sé e agli altri significativi che popolano la scena interna ed esterna della vita delle persone.

crescita personale, coaching psicoanalitico, psicologo pescaraIl paziente cerca di entrare in contatto con potentissime immagini interne, quelle immagini che l’analista sa essere sì fantasmi del passato, ma contemporaneamente le forme ancora sfocate in cui si cela il vero tratto individuale, il potenziale futuro del paziente.

Scoprendo ciò che si cela sotto le formazioni inconsce, il terapeuta svela ciò che nel “familiare” è stranamente inquietante, cioè l’alter ego del soggetto, il suo gemello sconosciuto, l’ombra.

La dimensione del sentimento in analisi deve coniugare entrambi gli aspetti di eccitazione e contenimento, energia e delimitazione dell’energia. E’ per questo motivo che il luogo dell’analisi è un temenos, un luogo per immaginare, uno spazio per inventarsi.

Jung ha sottolineato con forza che esiste una tendenza della psiche alla totalità, una tensione dell’individuo alla realizzazione della propria personalità, allo sviluppo e all’espressione della propria creatività. La nevrosi attesta che, al contrario, l’individuo è fedelmente avvinto a un fantasma interno, alla sua potente seduzione che lo trattiene in un “altrove” che svuota di pienezza e progettualità il suo presente.

DOtt. Farrace, PSICOLOGO A PESCARA IN VIALE BOVIO 253. PER APPUNTAMENTO CHIAMARE AL 340.7728105

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