gabbie mentali convinzioni limitanti - psicologo psicoterapeuta dott. farrace pescara

Le Gabbie Mentali | Cosa sono e cosa vogliono dire

Le gabbie mentali si creano quando l’abitudine prende il posto dell’intuizione e dell’ascolto di sé. Molte convinzioni limitanti nascono dalla paura irrazionale di qualcosa di nuovo che può venire.

Talvolta le giornate ci possono apparire vuote, prevedibili, persino troppo sicure, e scorrono prive di sapore. Forse non lasciamo più spazio alla spontaneità e rimandiamo al domani per qualcosa di nuovo. Ma se ci fermiamo ad ascoltare i nostri desideri iniziamo ad accorgerci che sotto la coperta della routine c’è ancora molto fervore.
Quando si ha la sensazione di procedere con il freno a mano tirato, o di aver perso di vista un obiettivo autentico, quando le cose procedono da copione, qualcuno parla di gabbie mentali.

Cosa sono le gabbie mentali

Le gabbie mentali possono essere intese come un set di convinzioni assunte arbitrariamente e possono essere costruite per semplificare la presa di decisione. La psicologia di ogni persona è costruita intorno ad alcuni confini appresi nel corso dello sviluppo e mantenuti per adattamento. Ma gli schemi mentali che diventano abitudini possono generare convinzioni limitanti. Mentre nuove fasi della vita e nuovi bisogni possono richiedere una nuova impostazione mentale.
gabbie mentali e convinzioni limitanti modello biopsicosociale Quindi con il nostro modo di rispondere alle situazioni della vita abbiamo creato una mappa comportamentale utile nelle azioni e nelle interazioni. E’ ciò che afferma il modello bio-psico-sociale. Se ci fermiamo un attimo a riflettere notiamo che in ogni situazione sono implicate reazioni affettive e dinamiche relazionali, derivate dal rapporto tra:
  • noi stessi

  • l’ambiente circostante

  • gli altri.

Assumendo una serie di convinzioni ci risparmiamo di dover valutare continuamente il rapporto tra questi tre aspetti. Ma corriamo il rischio di essere condizionati dalle nostre aspettative, che poggiano su esperienze passate.

Come affrontare le emozioni bloccate

Quando avvertiamo il peso di una gabbia mentale è possibile che al momento presente stiamo involontariamente reprimendo un aspetto di noi che tuttavia riteniamo importante. Allora le emozioni non sono libere di esprimersi e ci sentiamo bloccati e insoddisfatti. Con l’occhio interno vediamo una scena mentre con gli occhi puntati alla realtà materiale vediamo che non stiamo realizzando la nostra visione intima. Sentiamo difficile il muoverci nella realtà come vorremmo.

Ci sentiamo divisi tra anima e corpo, tra desiderio e impossibilità. A questo punto si rende necessario iniziare ad ascoltare noi stessi. Dentro di noi abbiamo già la risposta al turbamento che viviamo. Qualche domanda cruda posta con sincerità può aiutare a riprendere confidenza con il proprio mondo interiore e ritrovare fiducia in ciò che sentiamo (intuizione).

Cosa voglio? Perché lo voglio? Qual’è la motivazione? Dov’è la ricompensa? Come sto vivendo? Per chi sto vivendo adesso?

A questo punto stiamo iniziando a riconoscere e ascoltare il nostro turbamento. Spesso rendersi disponibile ad accogliere una tensione può modificare l’atteggiamento mentale e di conseguenza il modo in cui ci poniamo di fronte ad essa.

Quando uno schema mentale, assunto per abitudine, si irrigidisce produce convinzioni limitanti e possono manifestarsi ed esempio: blocco dello scrittore, paura di vincere, impotenza, anedonia, freddezza emotiva, stanchezza.

Il tempo necessario affinché si superi un blocco specifico può essere più lungo rispetto a risolvere un senso generale di impossibilità.

Le crisi creative possono spesso essere attribuite a difficoltà nelle transizioni, come per esempio il periodo critico della metà della vita, quando è richiesta una nuova psichizzazione dell’istinto, che porta con sé una nuova auto-percezione nello stile e nel contenuto.” (James Hillman)

Ricordiamoci che stiamo facendo il gioco del nostro ego (o dell’ego di qualcun’altro) quando inseguiamo testardamente un’immagine ideale di noi e di come dovrebbe essere la realtà. Certe abitudini di pensiero producono convinzioni che limitano la spontaneità, la capacità di adattamento a nuove situazioni, e non aiutano ad uscire dalle gabbie mentali.

Riconoscere invece ciò che è giusto per noi stessi è un primo passo per uscire dal ruolo che sentiamo come un imposizione. Possiamo allora lasciar andare le pretese e iniziare a vivere con autenticità attimo per attimo. Iniziamo a vedere le opportunità là dove c’erano solo imposizioni e divieti. Adottando questa ottica di ascolto sincero di noi stessi permetteremo anche agli altri di essere liberi di esprimere loro stessi senza paura che ne saremo delusi.

La visione della psicoanalisi

La psicoanalisi ha contribuito a scoprire che il nostro essere nel mondo emerge in uno scambio circolare tra aspetti interni (intrapsichici) e circostanze esterne (interpersonali). Il compito fondamentale delle nostre leggi inconsce, che quando generano blocchi e difficoltà possiamo considerare come delle gabbie mentali, è tuttavia quello di mantenere in equilibrio la nostra identità e il nostro mondo emozionale.

gabbie mentali e convinzioni limitanti - psicologo psicoterapeuta dott. farrace pescaraL’equilibrio tra forze psiche creative (istintive, emozionali, l’eros archetipico) e forze analitiche (regolative, il logos archetipico) è rispecchiato anche a livello anatomico. Gli stimoli emotivi e le conseguenti risposte sono elaborate prevalentemente dall’emisfero destro. Mentre l’emisfero sinistro che è più analitico e razionale non si preoccupa eccessivamente dei nostri vissuti emotivi. Entrambi gli emisferi in sinergia contribuiscono a creare il nostro senso della realtà da due vertici complementari.

Da questo punto di vista è possibile considerare il benessere psicologico come un felice connubio di qualità analitiche e qualità emozionali. La psicoanalisi archetipica Junghiana si riferisce allo sforzo di integrare il principio maschile e il principio femminile. Con un linguaggio psicoanalitico orientato alle neuroscienze (Bromberg, Shore) è stato detto che si mira ad armonizzare i due emisferi. In particolare con una psicoterapia focalizzata sugli affetti, per facilitare l’ampliamento del Sé esplicito (o della mente conscia) e del Sé implicito (o della mente inconscia).

Infine, nell’ambito del costruttivismo psicologico George Kelly ha proposto la sua teoria dei costrutti personali. Per dare una spiegazione di come tendiamo a replicare alcuni schemi sulla base della conoscenza acquisita. Ma anche di come riusciamo a creare nuove conoscenze e modi di essere mediante una attiva costruzione della realtà.

Per approfondire:

DOTT. FARRACE, PSICOLOGO PESCARA IN VIALE BOVIO 253. PER APPUNTAMENTO CHIAMARE AL 340.7728105

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